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mercoledì, gennaio 25, 2006

Perchè bisogna conoscere i Grandi Vini Italiani... Il Morellino di Scansano
Il Morellino di Scansano D.O.C. rappresenta un altro importante anello della catena dei grandi vini della Toscana e, attualmente, sta vivendo un momento di grande attenzione per i numerosi investimenti che si stanno compiendo nel suo territorio per la definitiva affermazione di questo vino. La zona di produzione è situata nella parte meridionale della regione, nella zona compresa tra i fiumi Ombrone ed Albegna, contraddistinta da un tipico andamento collinare che dà origine a paesaggi dolci e affascinanti.
Numerosi sono i comuni che ne fanno parte tra cui, in primo luogo, l'intero comprensorio di Scansano da cui deriva anche il nome del vino, ed altri come Manciano, Magliano in Toscana, Grosseto, Campagnatico, Semproniano e Roccalbegna, che hanno interessata solo una parte dei rispettivi territori. Le altitudini medie oscillano da poche decine di metri sopra il livello del mare fino ad oltre 500 metri contribuendo, insieme alle innumerevoli tipologie di terreni e microclimi presenti, a renderla una delle più varie zone D.O.C. della Toscana. Si passa, infatti, da terreni sabbiosi ad altri ricchissimi di scheletro, da terreni profondi ad altri più poveri ed aridi mentre il clima in generale è molto caldo e secco, con una piovosità media annua relativamente bassa. Questa variabilità è sicuramente la gran forza del territorio che offre la possibilità di produrre vini di forte personalità e difficilmente standardizzabili. Su un’estensione totale del territorio di 58.000 ha, adesso, sono iscritti all’albo dei vigneti “Morellino di Scansano” D.O.C. poco meno di 400 ettari. Nell’arco di pochi anni comunque, in seguito agli investimenti effettuati, si prevede di arrivare a circa 1400 ha, con una potenzialità produttiva a regime intorno a 100.000 hl che corrispondono a circa dodici milioni di bottiglie, a fronte degli odierni tre milioni. Secondo l’attuale disciplinare di produzione, il vino “Morellino di Scansano” che, con il decreto del Presidente della Repubblica del 6 gennaio 1978 ha ottenuto la denominazione d’origine controllata (D.O.C.), può essere prodotto con un minimo dell’85% di Sangiovese (conosciuto nella zona come Morellino) e con un massimo del 15% di altre uve a bacca rossa appartenenti ai vitigni “raccomandati ed autorizzati” per la Provincia di Grosseto (autoctoni e non, quali il Ciliegiolo, l’Alicante, il Colorino, il Merlot, il Cabernet ed altri). Il titolo alcolimetrico complessivo minimo previsto dal vigente disciplinare è di 11,5 gradi per il Morellino di Scansano e di 12 gradi per il Morellino di Scansano Riserva, per il quale è disciplinato un invecchiamento non inferiore ai due anni, di cui almeno uno in botti, preferibilmente di rovere. La produzione massima consentita è di 120 q.li di uva per ettaro, con una resa potenziale massima del 70%. I vigneti possono essere adibiti alla produzione di vino a denominazione di origine controllata solo a partire dal terzo anno dall’impianto, mentre il vino può essere messo in commercio dal 1° di Marzo dell’anno successivo alla vendemmia. Il vino Morellino di Scansano è caratterizzato da un colore rosso rubino intenso tendente al granato con l’invecchiamento, una limpidezza brillante, un odore vinoso e, dopo l’invecchiamento, profumato, etereo, intenso, gradevole, fine; il sapore è asciutto, austero, caldo, leggermente tannico. E’ in fase di istruttoria una proposta di modifica dell’attuale disciplinare di produzione che riguarderanno l’obbligo dell’imbottigliamento entro la zona di produzione, l’aumento della gradazione alcolica di mezzo grado per il Morellino di Scansano e per il Morellino di Scansano Riserva (rispettivamente a 12° e 12.5°), la diminuzione delle rese massime per ettaro da 120 a 90 Q.li e l'aumento della densità dei nuovi impianti che non potranno essere inferiori a 3700 ceppi per ettaro.
La produzione del Morellino, al momento attuale, si pone ai massimi livelli dell’enologia nazionale e internazionale con importanti elementi di distinzione e di tipicità, quali la notevole espressione del frutto insieme con un colore molto profondo e concentrato e aromi intriganti. Il buon livello qualitativo raggiunto è solo l’inizio di ciò che il territorio può offrire, in quanto la maggior parte degli investimenti nei vigneti e nelle cantine sono stati effettuati nel corso degli ultimi anni e stanno iniziando solo ora a dare i loro frutti.