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martedì, gennaio 17, 2006

Perchè la Juve ha fatto 52 punti
A volte può non essere facile dire "vincono perchè sono la squadra più forte". A volte, tante volte per la verità, è molto più facile dire "vincono perchè rubano". Ladri, mafiosi, camorristi, schifosi. Sono solo alcuni dei raffinatissimi epiteti che tutti i giorni vengono assegnati agli "juventini". E con "Juventini" intendo non solo un'appartenenza ad un brabco, quello del tifoso bianconero, ma un modo di essere, quello che una volta quando il Gianni Agnelli Magno Regnante, veniva definito lo "stile juve". L'orologio sul polsino, mai una dichiarazione fuori posto. Attenzione ai bilanci. Oggi, Luciano Moggi Imperante, perchè di dittatura si tratta e su questo i dubbi residui sono pochini per la verità, lo "stilejuve" non esiste più. Mi riesce difficile pensare che Moggi sia lo stesso direttore generale che per 150 miliardi del vecchio conio infiocchettava Sua Maestà Zinedine Zidane per donarlo come pacco regalo al Presidente "PossoTuttoIo" Florentino Perez. L'attenzione ai bilanci non esiste più in teoria. 25 milioni di euro per Ibrahimovic l'estate 2004, qualche spicciolo in meno per Monsieur Vieira nel luglio scorso. E già si parla di Joaquin, Gallas, persino Ballack. Rinnovi a cifre faraoniche per tutti. Eppure i bilanci sono davvero rispettati. SKY firma assegni per novantasette milioni no-van-ta-set-te ogni 30 giugno. Dal prossimo anno sarà Mediaset a "scucirne" circa 160 all'anno. Centosessanta milioni di euro. La Tamoil di Gheddafi fa beneficienza con circa 25 milioni annui, la Nike con 15 o giù di lì. Fanno circa 200 milioni di euro annui. Senza contare gli sponsor minori, gli incassi dello Stadio, il Delle Alpi, quasi sempre vuoto ad onor del vero. Sarebbe difficile anche per il Moratti dei tempi d'oro riuscire a non far quadrare i bilanci con un jackpot del genere. Sarebbe possibile acquistare tre volte l'anno Zizou, pagare la clausola di rescissione di Ronaldinho, costruire ogni anno uno stadio nuovo...
Sono cifre mostruose. Non riesco a trovare altri modi per descrivere l'enormità di simili capitali.
Dire che per tutte le altre squadre sia di per sè anche inutile partecipare a questo punto sarebbe pleonastico. Non per tutte in realtà, se è vero che Milan ed Inter hanno entrate di poco inferiori, un 10% in meno il Milan, un 15% abbondante in meno l'Inter.
Domenica 15 gennaio 2006 si è chiuso il girone d'andata del Campionato Italiano di Calcio. L'unico topos in grado di smuovere il sempre più passivo cittadino italiano. Scorrendo la classifica si legge Juve 52 punti. Inter a meno 10, Milan addirittura a meno 12. Se è vero che sono solo i soldi a fare i punti in classifica la Juve dovrebbe essere comunque prima, diciamo con 52 punti. Il Milan dovrebbe averne però 46 circa e l'Inter 44. Milan ed Inter hanno fior di Campioni.
Se nel "Uefa Team of the Year" ci sono ben tre giocatori rossoneri (Cafu, Maldini e Shevchenko) e solo uno juventino (Nedved) questo dovrebbe far ritenere che sul piano tecnico non ci sarebbe tutta questa differenza tra le due squadre. Anzi. Se poi si pensa alla sempre straordinaria campagna estiva del "todopoderoso" Moratti d'agosto (Pizarro, Samuel, Wome, Solari, Figo...) il teorema sarebbe provato. E invece no. Perchè oltre ad una lunga serie di motivi e favori extracalcistici la Juve ha fatto 52 punti. 17 vittorie su 19 partite. Come lei nessuno mai.
Secondo miglior attacco, miglior difesa con soli 10 gol presi, di cui 3 nella umiliante sconfitta di San Siro. Turnover applicato in piena regola. Giocatori che da Campioni accettano la panchina, facendosi trovare pronti al momento giusto (Mutu e soprattutto Del Piero). Una cerniera di centrocampo formidabile con i dioscuri Emerson e Vieira. Camoranesi che nemmeno Garrincha. Zambrotta infaticabile. Difesa insuperabile. Trezeguet che segna più di quanto respira. Ibrahimovic. il giocatore più spettacolare del Campionato. Abbiati rigenerato.
Tutto questo non basta per spiegare le ragioni di un successo, di una meraviglia, di un miracolo.
A tutto questo c'è un Perchè, con un nome ed un cognome. Fabio Capello. Il tecnico di Pieris si può odiare. Forse è una persona spregevole. Forse non da alle sue squadre un gioco spettacolare come Mister Zeman. Forse è vero, ha sempre squadre di Campioni veri. Bisognerebbe vederlo in Serie C, o tra i dilettanti, se è tanto bravo davvero. Forse forse forse. Ma Capello è il tecnico della Certezza. La Certezza per definizione, quella che "etterna" ogni comandante, la Vittoria. Capello vince. Forse è un comandante fortunato più che preparato, Napoleone lo avrebbe adorato per questo. Forse anche allenatori impresentabili come Tabarez avrebbero vinto con il Suo Milan. Eppure dopo 3 mesi sono stati fatti fuori. Forse questa Juve si guida da sola. Eppure quella che ha vinto l'anno scorso non era così diversa dall'ultima Juve di Lippi, schernita da Totti Cassano e Mancini, gladiatori al servizio del Generale Capello. Se la Juve è una squadra fatta di operai che hanno sempre fame. Se chiunque gioca sembra un'iradiddio. Se Del Piero non si lamenta della panchina. Se Ibrahimovic non è più una testa calda (fuori dal campo, perchè in campo...). Se Cassano lo considera un secondo padre. Se Roberto Carlos e Raul che lo hanno conosciuto per una decina di mesi lo rimpiangono. Se PossoTuttoIo Perez farebbe ponti d'oro pur di riportarlo al Bernabeu. Se i suoi ex giocatori sono oggi tra gli allenatori più preparati (Rijkaard, Van Basten, Donadoni, Ancelotti...anche se è pur sempre un ciccione malefico). Se la Juve ha vinto 17 partite su 19, fatto 52 punti e persino Sua Altezza Divina Silvio Berlusconi la definisce un miracolo, pur non essendone il fautore, il merito è soprattutto di Fabio Capello.

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